Cyber-bullismo: stringere una catena comune di conoscenza, educazione e competenza per combatterlo. A qualche giorno dalla Giornata mondiale del Bullismo e Cyber-bullismo, facciamo il punto della situazione.
Cyber-bullismo: effetto pandemia
Lo scorso 7 febbraio si è compiuta la giornata mondiale contro il Bullismo e il Cyber bullismo. Una giornata in cui si vuole sensibilizzare ulteriormente scuola, famiglia e istituzioni nei confronti di un fenomeno sempre più dilagante e distruttivo.
Una giornata in cui si fa un po’ il punto di una situazione drammatica che non accenna per ora ad arretrare. Si confrontano i dati dell’anno trascorso e si costruiscono strategie per quello a venire. Come in una guerra, si fa il bilancio delle vittime.
A proposito di “guerra”, sembra che la situazione sia decisamente peggiorata in seguito alla “guerra” intrapresa contro il Covid dimenticando, forse troppo spesso, che nel frattempo un nemico altrettanto subdolo veniva lasciato libero di agire.
Due anni in cui i giovani, e non solo loro, si sono sentiti soli e ancora più inchiodati al web, senza alternative. Di questo si è parlato molto nella giornata dedicata al Cyber bullismo. In pratica, in assenza della scuola, della classe, della socialità “in presenza”, lo strumento fondamentale di studio e di socializzazione in questo momento di vuoto, si è trasformato, più di prima, in una finestra sul drammatico mondo della denigrazione on-line.
Cyber-bullismo… ma prima ancora, il bullismo
Il bullismo è una forma di aggressività intenzionale, sistematica e persistente nel tempo, che approfitta della vulnerabilità di una vittima.
Da qualche giorno si è tenuta la giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, fenomeni sociali sempre più invasivi che ci devono portare a comprendere, intervenire e prevenire.
Prepotenza, maltrattamento, intimidazione anche solo con le parole che possono ferire come un pugno. Si tratta di espressioni di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, sia di natura fisica che psicologica, reiterate nel tempo, nei confronti di persone che diventano bersagli spesso indifesi.
Famiglie, scuola ed istituzioni, ormai da molti anni, sono impegnate in un patto di corresponsabilità educativa per restare al fianco delle tante ragazze e ragazzi vittime del Bullismo e del Cyber bullismo. Con gli occhi per guardare e vedere davvero. Perché, purtroppo, sul tema del sostegno alle famiglie coinvolte in episodi di bullismo, da parte delle istituzioni, scuola in primis, c’è ancora molto da fare. Recenti fatti di cronaca lo dimostrano.
Gli strumenti che abbiamo sono comunicazione, educazione e conoscenza. Si tratta di armi pacifiche che possono esser molto efficaci se ben gestite e concertate. Strumenti di dialogo che devono essere rivolti sia alla vittima che al bullo, perché il fenomeno è sociale non solo individuale.
Non si può comunicare e agire solo con il singolo attore in causa. E’ necessario dialogare con l’intero ambiente famiglia, amici, scuola, quartiere, società, fino a tentare di agire sull’intera cultura del paese. Per questo non è facile imprimere la parola fine su questo terribile disagio, al di là di facili slogan.
Solitudine, isolamento e Cyber bullismo
La situazione di solitudine in cui sono stati lasciati molti giovani durante questi due lunghissimi anni di pandemia, hanno poi aggravato la degenerazione digitale del bullismo: il Cyberbullismo.
Il Cyber bullismo è il bullismo in rete, con tutto ciò che questo comporta: i bulli possono arrivare alle vittime predestinate, attraverso il computer o il cellulare. Possono “materializzarsi” in ogni momento, fino ad arrivare a vere e proprie persecuzioni con immagini, video offensivi inviati o pubblicati sui siti web via internet.
I bulli sono quasi sempre convinti di potersi nascondere dietro l’anonimato. Si sentono invincibili e molto potenti. Sono quasi sempre certi che le loro azioni non avranno conseguenze. Secondo i dati raccolti da Telefono Azzurro, il fenomeno risulta in preoccupante aumento.
Cyber bullismo e body shaming
Sempre più incentrati sul body shaming, i bulli prendono di mira l’aspetto fisico in qualsiasi sua caratteristica se ritengono che non sia aderente ai loro canoni estetici. In diversi casi la vittima viene colpevolizzata e portata a vergognarsi. Questo innescherà un circolo vizioso di ansia, depressione, fino, in molti casi, all’anoressia e bulimia.
Da alcune indagini emerge che quasi 9 adolescenti su 10, almeno una volta, hanno subito body shaming. Il problema è aggravato dal fatto che pochissime tra le vittime ne parlano a scuola o in famiglia. Ancor meno, con persone competenti di riferimento.
Nessun adolescente può affrontare e risolvere il problema del cyberbullismo da solo. Gli operatori dei Consultori Familiari ASST sono sempre disponibili ad incontrare i ragazzi, per aiutarli ad affrontare queste situazioni, con un team di professionisti dedicati: assistente sociale, psicologo, ostetrica e ginecologo. Tuttavia al momento il dialogo tra le due realtà è ancora molto difficile.
Per questo è necessario essere davvero presenti e riuscire ad individuare i segni rivelatori di una violenza di questo tipo. Appunto, avere occhi per vedere davvero e orecchie per ascoltare a fondo i bisogni dei nostri ragazzi.
Come prima guida per affrontare meglio l’aspetto informatico del fenomeno del cyber bullismo, vale il nostro articolo sul Cyber Risk.
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